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Meteo Ostia

 

Cambiamenti climatici in Europa

30-04-2003


Per molto tempo l'attenzione maggiore da parte dei climatologi e dell'opinione pubblica e' stata rivolta verso il fenomeno climatico di El Nino e della Southern Oscillation (SO) poiche' in grado di determinare, nelle sue manifestazioni piu' violente, disastrosi effetti sui Paesi piu' direttamente interessati balzando spesso sulle prime pagine dei giornali. La notevole importanza data al fenomeno e' stata anche giustificata dal fatto che gli studiosi hanno scoperto notevoli riflessi sul clima non solo sul Pacifico equatoriale, dove esso si verifica, ma su molti altri Paesi che si trovano anche molto distanti a causa dello stravolgimento delle condizioni atmosferiche ed oceaniche.
Ma negli ultimi anni l'Europa sta subendo un susseguirsi di stagioni 'anomale' unite a fenomeni meteorologici a volte violenti e questo ha fatto si che l'attenzione tornasse sui 'fatti di casa nostra'.
Alcuni di voi avranno sentito notizie o letto articoli tipo 'La NAO si e' inceppata, l'Europa colpita da forti precipitazioni', 'Le stagioni cambiano, e' tutta colpa dell'effetto serra?' oppure 'La NAO positiva lascia l'Italia all'asciutto'. Spesso le cronache e anche Meteo Ostia hanno parlato del mancato arrivo durante la scorsa estate dell'anticiclone delle Azzorre, sugli inverni asciutti e caldi e via dicendo.
Nel precedente articolo (Condizioni meteo-climatiche in Europa) abbiamo visto quali sono i fattori che determinano e influenzano le condizioni meteo-climatiche in Europa e quali sono le condizioni "medie". Su queste basi possiamo ora procedere descrivendo brevemente quello che sta accadendo negli ultimi anni, se tutto cio puo' essere considerato normale oppure effettivamente qualcosa stia cambiando e se e' possibile ricondurlo, come si sente spesso dire, al surriscaldamento del pianeta. Naturalmente poi daremo uno sguardo ai possibili scenari futuri ipotizzati dagli esperti dopo gli ultimi studi.

Non vi e' dubbio, le condizioni meteo-climatiche sono cambiate rispetto al passato, lo dicono gli esperti, ne parlano le cronache e lo viviamo noi stessi tutti i giorni.
Nell'ultimo rapporto dell' ECA ( European Climate Assessment ) presentato all'OMM nel 2002 basato sull'analisi di serie giornaliere di oltre 200 stazioni meteo dislocate in Europa e in Medio Oriente, si parla di precipitazioni che tendono ad evolvere verso valori sempre piu' estremi e di cambiamenti sistematici nelle temperature estreme in tutta Europa.
La tendenza al riscaldamento e' stata accompagnata da una diminuzione del numero di giorni piu' freddi della media e da un aumento dei giorni piu' caldi.
Per quanto riguarda le precipitazioni, sull'Europa continentale la tendenza e' per un generale aumento mentre sull'Italia per una diminuzione specie in inverno e anche se questo puo' sembrare strano vedremo come tutto cio' faccia parte di un unico disegno. Inoltre si evidenzia una riduzione dei giorni di pioggia corrisposto pero' da un aumento dei quantitativi giornalieri (quindi piu' intensita'), effetto che si pensa sia dovuto all'accelerazione del ciclo dell'acqua ad opera del surriscaldamento.
Nonostante tali cambiamenti siano rilevanti, la maggior parte delle persone tendono a sottovalutarli o semplicemente a ignorarli.... almeno fin quando le cronache non cominciano a parlare del verificarsi di fenomeni meteo-climatici particolari ad essi connessi che vanno da condizioni di siccita' (con relativi problemi di approvvigionamento d'acqua potabile, incendi e danni all'agricoltura) fino ad arrivare ad alluvioni e fenomeni estremi (con relativi danni al territorio, a cose e persone).
A questo punto si ricomincia a parlare delle possibili cause e le domande sono sempre le stesse, siamo di fronte a cambiamenti per cosi' dire "normali" dovuti ad oscillazioni a lungo termine del clima oppure a cambiamenti da ricollegare all'attivita' umana ?
Gli ultimi studi tendono a confermare che variazioni cosi' repentine e sistematiche sono difficilmente riconducibili a variazioni climatiche "naturali" e quindi si deduce che l'uomo possa avere molto probabilmente un ruolo primario su tutto cio'.
Nell'indifferenza dei governi di tutto il mondo che non trovano il ben che minimo accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, l'effetto serra amplifica i suoi effetti.

Anche a livello europeo gli esperti, attraverso i loro studi e le simulazioni con modelli climatici globali molto sofisticati, tendono sempre piu' a ricollegare le variazioni meteo-climatiche all'effetto serra che oltre ad avere un impatto diretto sulle temperature medie andrebbe ad incidere sullo stato della famosa NAO - North Atlantic Oscillation (vedi Condizioni meteo-climatiche in Europa) attraverso un meccanismo particolare: a quanto sembra, il maggior riscaldamento dei bassi strati atmosferici farebbe si che l'atmosfera si espanda e per effetto di tale espansione la stratosfera tenda a raffreddarsi andando a rafforzare il famoso VORTICE POLARE presente alle alte latitudini che come sappiamo e' la profonda depressione che si estende da terra (anche se proprio a terra e' sostituita da un'alta pressione di origine termica) fino a tutta la stratosfera. Il vortice polare abbiamo visto che alimenta il nostro ciclone dell'Islanda (..e non solo..) in particolare nel periodo freddo e proprio per questo motivo dal rafforzamento del primo si ha di conseguenza un rafforzamento del secondo. Per effetto poi dell'oscillazione nord atlantica (NAO) si ha anche un rafforzamento del celeberrimo anticiclone delle Azzorre. Se ci pensate bene tutto cio' corrisponde a condizioni di NAO POSITIVA...proprio la condizione che si sta registrando con insistenza negli inverni di questi ultimi anni...
Anche se si e' visto che l'indice NAO cambia segno mediamente ogni 30-40 anni e in questo momento ci troviamo teoricamente verso la fine di una fase positiva,

la particolarita' di questi ultimi anni e' che si osserva un persistere di tale stato unitamente ad una amplificazione dei picchi raggiunti dall'indice in particolare verso l'alto e sembra che sia proprio questo a favorire il verificarsi di episodi molto intensi di maltempo in particolare sull'Europa continentale.
In condizioni di NAO POSITIVA infatti si verifica un "inasprimento" dello scontro fra i due centri di pressione che provoca un incremento notevole dell'attivita' perturbativa che tende a colpire l'Europa continentale spesso unitamente a forti venti (anche superiori ai 100 km/h) generati dal forte dislivello barico.
Negli ultimi 20 anni si ricordano diversi eventi estremi, quelli che i meteorologici chiamano "le tempeste del nord Europa" tra cui senza dubbio ricorderete LOTHAR ribattezzata "la tempesta del secolo" che nei giorni prossimi al Natale del 1999 originatasi sull' Oceano Atlantico si mosse ad oltre 120 Km/h abbattendosi dapprima sulle coste francesi passando poi per la capitale dove i venti raggiunsero i 170 Km/h facendo molti danni. Subito dopo si sposto' provocando altri danni sulla Germania e poi sulla Polonia dove poi si dissolse. Impressionante il numero di alberi sradicati.


Centinaia di migliaia di alberi abbattuti da LOTHAR

Frane e detriti nei torrenti e nei fiumi

Come vedete su queste cartine le condizioni atmosferiche sono state decisamente negative con forte dislivello delle isoipse, isobare e di temperature. Dalla situazione barica al suolo risalente all'evento, e' possibile chiaramente osservare oltre al profondo minimo barico di LOTHAR con i suoi 962 hPa anche la decisa condizione di NAO POSITIVA con ciclone dell'Islanda a 953 hPa e anticiclone delle Azzorre a 1035 hPa !


Pressione s.l.m + geopot. 500 hPA

Pressione + fronti a terra

Temperature a 850 hPa

Con questo non si puo comunque affermare che gli eventi estremi siano aumentati poiche' le statistiche mostrano un andamento pressoche' stabile rispetto al passato. Facciamo ora un passo verso casa: che cosa sta accadendo in Italia ?
Sostanzialmente da noi fa mediamente piu' caldo e piove meno. La temperatura media e' aumentata negli ultimi 20 anni di 0.6-0.8°C (Dati Centro Epson Meteo) mentre le precipitazioni sono calate del 14% (Dati Centro Epson Meteo) con la maggiore riduzione in inverno. Anche per l'Italia vale il trend che vede una decisa riduzione dei giorni di pioggia associata ad una maggiore intensita' dell'evento e anche i nostri esperti stanno conducendo studi che possano giustificare questa tendenza con l'accelerazione del ciclo dell'acqua a causa dl riscaldamento globale.
Il discorso delle precipitazioni va ancora un attimo approfondito perche' nonostante il dato finale sia questo, nel corso dell'anno le cose sono molto cambiate.
In inverno le precipitazioni stanno subendo il maggior calo e anche in questo caso si deve parlare di NAO POSITIVA. Con il rafforzamento dei due centri di pressione infatti, l'Europa continentale tende a fare i conti con le perturbazioni mentre l'Italia ad essere protetta dall'espansione dell'anticiclone delle Azzorre rimanendo per cosi' dire "all'asciutto".
L'altra grande variazione si registra nella stagione autunnale in particolare durante gli ultimi 10 anni, periodo in cui i dati mostrano un deciso incremento delle precipitazioni segnato a scala nazionale da un +25% (Dati Centro Epson Meteo) ma con punte quasi doppie al nord. Le cause sembrano essere almeno due, la prima e' ancora lo stato della NAO e la seconda e' il surriscaldamento delle acque del Mediterraneo.
A differenza dell'inverno in questa stagione la NAO tende sempre piu' ad assumere maggiore frequenza di INDICI NEGATIVI rispetto al passato e per questo motivo le perturbazioni sono piu' libere di arrivare fino a noi. La componente fondamentale pero' rimane il surriscaldamento del Mediterraneo. In estate si e' visto che a causa delle temperature mediamente piu' alte anche il mare tende ad essere piu' caldo e tutto questo calore immagazzinato, quindi energia e umidita', viene rilasciata nell'arco dell'autunno dando man forte alle perturbazioni atlantiche in arrivo.

Durante lo scorso anno anche sul nostro litorale abbiamo dovuto fare i conti col maltempo, una tromba d'aria e cinque trombe marine a Settembre per poi arrivare all'emergenza maltempo del 1 Novembre.
Infine parliamo dell'estate, la stagione che al sud si vive con temperature sempre piu' alte e piogge sempre meno abbondanti. E' la stagione in cui nonostante le precipitazioni non siano numerose, prende rilievo il singolo evento che la memoria ricollega a diversi fenomeni estremi verificatisi al centro e soprattutto al nord. Ricordiamo nel Giugno 2001 un evento classificato come tornadico F0-F1 e a Luglio 2001 presso Arcore classificato come F3 che in soli 30 minuti fece ingenti danni ma molte sono state anche le trombe d'aria e marine che in particolare nel 2002 sono raddoppiate come numero di episodi rispetto agli anni precedenti. Anche sul nostro litorale abbiamo avuto una tromba d'aria a Fiumicino in Agosto.

C'e' chi parla di accelerazione del clima globale o chi comincia a rafforzare la tesi della cosiddetta "tropicalizzazione del clima mediterraneo", sempre dovuto al riscaldamento, con un graduale avanzamento verso nord delle fascie climatiche che per l'Italia potrebbe significicare in particolare siccita' e "fenomeno della desertificazione" al sud oltre ad un mutamento generale nel regime delle piogge con alternanza di un periodo secco ad uno delle piogge proprio come ai tropici. "Tropicalizzazione" che per la verita' almeno per quel che riguarda il mare sembra gia' in atto. In un interessantissimo articolo pubblicato nel 2000 su "LE SCIENZE" intitolato "Il Mediterraneo come i tropici" si parla del rapido aumento negli ultimi anni delle specie ittiche che si sono trasferite dal Mar Rosso (circa 40) e dall'Atlantico sub tropicale (circa 30) che si stanno imponendo sulle specie presenti alterando la catena alimentare. Fra le possibili cause spiccano l'aumento delle temperature, gli scarsi nutrienti, la salinita' e il basso contenuto d'ossigeno che in particolare nel Mediterraneo orientale hanno portato ad un impoverimento delle nostre specie favorendo quelle provenienti dal Mar Rosso piu' adattabili appunto agli sbalzi di temperatura e salinita'.

Cosa ci si attende per il futuro ?
Impossibile dirlo con certezza, climatologi, meteorologi, fisici, matematici e tanti altri studiosi in tutto il mondo sono al lavoro da anni per sciogliere questo dubbio e col passare del tempo stanno cercando di affinare le tecniche per ottenere proiezioni sempre piu' attendibili. Aumentano gli studi sul passato (paleoclimatologia) che siano legati ai carotaggi sui ghiacciai, allo studio dei fusti degli alberi (dendrologia) o all'analisi dei sedimenti sui fondali oceanici, migliorano sempre piu' i modelli climatici sviluppati su computer sempre piu' potenti ma gli scenari possibili continuano ad essere molti... Molti anche perche' gli interessi in gioco sono molti ed e' facile che nella scienza si infiltri la politica e l'economia... ma tralasciamo volentieri questo penoso argomento.
I contrasti fra "gli opposti schieramenti" di studiosi riguardano un po tutti i fronti. C'e' chi solleva dubbi sull'attendibilita' delle simulazioni al computer che comunque sono e probilmente saranno l'unico mezzo per tentare di prevedere il futuro, si discute molto sull'effettivo quantitativo di CO2 che potrebbe esserci in futuro in atmosfera, sugli effettivi riflessi sulle temperature e sull'innalzamento del livello dei mari.
La cosa che sembra essere certa e' il legame che c'e' fra quantita' di CO2 e aumento delle temperature medie globali e per lo meno da quanto sembra non esiste modello di previsione o studio che non lo confermi. I primi disaccordi avvengono su un importantissimo argomento. Le maggiori temperature oltre ad accelerare il ciclo dell'acqua (stimato in un +3 +15% nel 2050) potrebbe rendere piu' umida l'aria e il disaccordo e' sul dove tale umidita' andra' a concentrarsi e quali effetti potra' avere sulla copertura nuvolosa che si tradurra' di conseguenza in un possibile ulteriore aumento oppure in abbassamento delle temperature a seconda del livello e dello spessore della stessa che ne cambierebbe il potere riflettente e la capacita' di respingere verso il basso il calore.

A livello europeo comunque si conferma la possibilita' dell'aumento delle precipitazioni e fenomeni violenti al nord (di cui proprio LOTHAR potrebbe essere un segnale) e maggiori condizioni siccitose al sud con il progressivo scivolamento verso nord delle fascie climatiche che riguarderebbe quindi vegetali e animali.
Per l'Italia le proiezioni sembrano orientarsi ancora verso il progressivo scioglimento dei ghiacciai alpini (gia' in atto da molti anni), innalzamento del livello del mare di circa 20 cm e slittamento verso nord delle coltivazioni, possibile aumento del fenomeno della tropicalizzazione e infine a causa dell'aumento delle temperature marine, anche maggiori rischi di fenomeni violenti. Si sottolinea ancora il fatto che si parla di possibile scenario e non di certezza.
La principale controparte rimane la circolazione oceanica.

Nel precedente articolo si e' gia' parlato della possibilita' che lo scioglimento progressivo dei ghiacci artici e l'aumento delle precipitazioni possa creare delle ANOMALIE SALINE oceaniche che a loro volta potrebbero interferire sullo scorrimento del GRANDE NASTRO TRASPORTATORE. Se il flusso dovesse rallentare le ripercussioni termiche in particolare per l'Europa centro-settentrionale sarebbero notevoli e di segno opposto. Le calde correnti provenienti dal Golfo non arrivando piu' genererebbero infatti un calo delle temperature anche di 5-10°C su tali Paesi.
L'Europa potrebbe quindi avere uno scenario futuro piu' caldo ma anche uno piu' freddo. Nessuno al momento puo' dire con certezza cosa avverra' ma si farebbe bene che si intervenisse intanto con fermezza sia sulla riduzione delle emissioni di CO2 (ridicolissimo l'accordo o meglio il disaccordo di Kyoto) che sullo sviluppo delle fonti alternative naturalmente cominciando a pensare fin da ora ai possibili rimedi da adottare per gli ormai inevitabili cambiamenti gia' in atto.